Quel (s)fortunato 13
Dopo una lunga pausa dovuta a problemi tecnici, rieccomi a riempire l’angolo che mi è stato riservato. Se c’è un numero che da tempo immemorabile è considerato portafortuna, questo è senza dubbio il 13.
Quel (s)fortunato 13
L’eccezione che conferma la regola ci è stata offerta domenica scorsa quando i nostri ragazzi, dopo 12 vittorie consecutive, sono incorsi nella prima sconfitta in campionato sul campo di Pesaro.
Ora, definire “campo” un terreno senza un filo d’erba, tutto acqua e fango, dove non era visibile una sola riga tracciata, è forse un azzardo, ma tant’è… le condizioni per disputare un incontro di rugby d’altri tempi, c’erano per tutte e due le squadre e i pesaresi hanno dimostrato di sapersi meglio adattare e tutto sommato non hanno rubato niente, anche se l’episodio del piazzato concesso all’ultimo secondo della partita, fa digrignare i denti dalla rabbia.
Naturalmente non è successo niente di compromettente per il raggiungimento del primo obiettivo che la squadra si è imposto, per questo occorre subito ricompattare le fila, rendersi conto delle proprie potenzialità, ma con estrema umiltà, perché tutti sappiamo che nel nostro sport, questo, e il lavorare insieme, misto al sacrificio di ogni singolo giocatore, è un elemento fondamentale per arrivare al successo.