Il rugby torna alle Olimpiadi, ma non per l’Italia
In attesa di gustarmi l’imminente Championship, comunque preso dalla febbre a cinque cerchi delle Olimpiadi di Rio, l’altra notte mi è arrivata sullo schermo la sfida tra Australia e Fiji di rugby a 7 femminile.
Partita senza storia per quanto riguarda il risultato (nettamente a favore delle australiane), ma che mi ha fatto pensare al perché uno sport che è tra i più praticati e seguiti al mondo, il più insegnato nelle scuole proprio per i contenuti etici, di sportività e rispetto, che sono i fondamenti dello spirito olimpico, sia stato inserito tra le discipline olimpiche solo quest’anno.
Confesso che google è stato fondamentale per confermarmi che per il rugby è stato un ritorno. Brevissimo riassunto:
il rugby a XV è stato presente alle Olimpiadi nel 1900, 1908, 1920 e, per, l’ultima volta, a causa delle intemperanze dei tifosi francesi, in quanto “Les bleus” furono sconfitti in fiale dagli Stati Uniti, nel 1924.
Successivamente in diverse occasioni fu presentata al CIO la domanda di riammissione ma fu sempre bocciata, sino all’ottobre del 2009 quando fu deciso di ammettere il rugby a 7 per l’Olimpiade di Rio. Le Nazionali maschili che vi partecipano sono: Brasile, Fiji, Sud Africa, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Argentina, Stati Uniti, Francia, Giappone, Australia, Kenya e Spagna.
E l’Italia?Il rugby torna alle Olimpiadi, ma non per l’Italia. Qui occorre stendere un velo pietoso. Negli ultimi due anni ho seguito la Nazionale azzurra impegnata nelle qualificazioni e parlare di fallimento è un eufemismo. Le sconfitte contro nazioni in cui la pallovale rappresenta uno sport appena arrivato all’onore della considerazione minima sono state umilianti (anche la Lituania ci ha battuto!) e questa volta neanche la femminile ci ha salvato la faccia.
Come sempre si dirà che tutto è servito per fare esperienza, ma quando si vogliono ottenere risultati, almeno dignitosi, occorre un progetto serio e credibile, affidato a tecnici e dirigenti competenti. Da oggi a Tokio 2020 il tempo per sovvertire quanto è successo, c’è tutto… basta volerlo e metterlo in atto.