Ha già raggiunto un buon numero di adesioni la raccolta di firme da inviare all’organizzazione del Six Nation 2017 … e oltre, per escludere l’Inghilterra dal suddetto Torneo e tornare così al caro, vecchio e più rassicurante Cinque Nazioni. La ragione è di per sé semplice e intuibile: noi italiani che abbiamo sottoscritto l’appello non possiamo più sopportare che tra under 20 e prima squadra ci si debba ancora caricare sul groppone dell’italico orgoglio 80 punti (cifra tonda), ogni volta che si incontrano i bianchi con la rosa sul petto, sudditi – inoltre – di Sua Maestà la Regina. Questa può essere davvero una soluzione!
A volo d’uccello sull’Azzurro
Ho voluto iniziare il mio settimanale sproloquio ovale con questa provocazione non senza un sottofondo di verità, in quanto – al termine dell’incontro di domenica scorsa – qualcuno in ClubHouse l’ha proposto più sul serio che sul faceto. Al di là delle battute, penso che non bisogna tirare la croce addosso al XV di Brunel dopo le due prestazioni contro Francia e Inghilterra: è una squadra in trasformazione, dove si stanno inserendo giovani che stanno cercando di raggiungere il livello che il rugby internazionale oggi richiede, al fianco di giocatori forse più che maturi.Lasciamoli crescere poi vedremo cosa saprà fare, già dalla fine di questo Six Nation, Conor O’Shea. Qualche appunto lo farei sugli arbitraggi visti in queste prime due giornate. Terribile l’errore dell’arbitro che ha permesso alla Francia di batterci. Quel calcio era a nostro favore (placcaggio al collo su Parisse) e non per i cugini d’Oltralpe!
Ridicole – per non dire bestiali – poi, non poche interpretazioni arbitrali in Galles – Scozia e Francia – Irlanda. Miei cari signori arbitri professionisti… così non va. Tornando ai colori azzurri, ben più preoccupanti sono le considerazioni sull’under 20, al di là dei risultati. Anche in questo caso bisogna dire di lasciarli crescere ecc…, ma – per non negare l’evidenza – occorre ammettere che qui il cammino sarà certamente più lungo e tortuoso e soprattutto “il come” sarà argomento di discussione anche per chi guiderà la FIR nei prossimi quattro anni. Ma qui ci stiamo ingolfando in una palude dalla quale è difficile districarsi e per questo lascio la trattazione ad altri che vorranno intervenire sull’argomento. Questa settimana abbiamo viaggiato per cieli internazionali, ma torneremo dalla prossima settimana coi piedi per terra.